Pubblicato da Luigi Bidoia. 12 Luglio 2013.

Analisi Mercati Esteri

Non vi è dubbio che l'economia italiana potrà ritrovare la strada della crescita solo attraverso un crescente successo sui mercati esteri. Chi può farsi carico di questo obiettivo è solo l'industria manifatturiera, la cui competitività dovrebbe essere il fattore fondamentale su cui poggiare tutti gli obiettivi di superamento della attuale drammatica crisi economica. Allo stesso tempo è altrettanto chiaro che, almeno nel breve periodo, i contributi che potranno fornire i settori non aperti alla concorrenza estera al miglioramento della competitività manifatturiera sono, a partire dal settore pubblico, marginali se non insignificanti. La sfida della competitività è tutta sulle spalle delle sole imprese manifatturiere, in particolare delle tante PMI che sono l'elemento caratterizzante la nostra industria. Da più anni esse stanno cercando nuove strategie competitive, compatibili con il processo di globalizzazione in atto dell'economia mondiale e tali da garantire, dati qualità e costi dei fattori produttivi, un nuovo posizionamento sostenibile. Ogni area di business ha le proprie specificità. A fronte di singole produzioni in cui le imprese italiane possono mirare ad essere competitive facendo leva sull'efficienza, sulla riduzione dei costi e su prezzi competitivi, nella maggior parte dei casi solo strategie di differenziazione, basate sulla maggior qualità del prodotto italiano, possono risultare la base di un vantaggio competitivo sostenibile.

In questo contesto di sfida per la sopravvivenza, la conoscenza approfondita dei mercati esteri è fondamentale all'ottenimento dei risultati perseguiti. La conoscenza della dimensione di un mercato estero , della sua capacità di assorbimento, delle sue dinamiche recenti e, soprattutto, future è la prima necessità informativa. Ma se l'elemento critico di successo è la possibilità di attuare strategie di differenziazione, allora un'informazione altrettanto fondamentale riguarda il grado di articolazione del mercato e la sua maggiore o minore propensione a riconoscere un premium price ai prodotti di maggior qualità. Infatti, può risultare fallimentare un'offerta di prodotti, anche di elevata qualità, in mercati che, per struttura della distribuzione, per propensione dei consumatori, o per disponibilità di reddito, non sono in grado di riconoscere ed apprezzare la qualità, premiando con prezzi diversi i vari prodotti. E' molto più produttivo concentrare le scarse risorse (pubbliche e private) per l'internazionalizzazione delle PMI italiane verso paesi che, per livelli, dinamiche e struttura di mercato, sono in grado di garantire un premium price ai prodotti italiani. Infine, devono essere necessariamente considerate le strategie competitive attuate dalle imprese dei paesi concorrenti e il loro grado di successo sui vari mercati, perchè dalla interazione con queste dipendono i risultati delle imprese italiane.

La navigazione sui mercati esteri richiede adeguate mappe che riportino precise coordinate in termini di dimensione mercati , premium price riconosciuti e strategie competitive dei paesi concorrenti. La misura di queste coordinate per prodotto e paese è uno degli obiettivi fondamentali del progetto Ulisse, nella convinzione che il loro utilizzo possa aiutare le piccole e medie imprese manifatturiere italiane a trovare, ciascuna, il proprio blue ocean.