Dopo un lungo periodo in cui il mercato americano ha offerto elevate opportunità per le imprese italiane, il prossimo futuro potrebbe risultare meno favorevole.

Pubblicato da Luigi Bidoia. 18 Gennaio 2018.

Congiuntura Stati Uniti Mercati esteri Congiuntura Internazionale

Alcuni giorni fa, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d'America ha pubblicato i dati sul commercio estero di novembre 2017 degli Stati Uniti, primo paese al mondo per acquisti dall'estero. Le informazioni disponibili su 11 mesi consentono di fare un bilancio quasi definitivo sulle importazioni nell'anno appena terminato. Nel 2017 le importazioni degli Stati Uniti sono stimate aver raggiunto il livello di 2300 miliardi di dollari, con un aumento del 6.4% rispetto al 2016. Tradotto in euro questo livello supera i 2050 miliardi, valore mai prima raggiunto.
Per effetto del deprezzamento del dollaro verso l'euro, passato da 1.06 dei primi mesi dell'anno a valori a volte superiori a 1.20 dopo l'estate, i risultati del 2017 rifletto due dinamiche molto diverse a seconda che l'attenzione sia posta sui valori in dollari o sui valori in euro, questi ultimi rilevanti per le imprese esportatrici europee. Utilizzando il Sistema informativo Ulisse sono stati prodotti i due grafici qui riportati.

Tassi di variazione tendenziali delle importazioni degli Stati Uniti
Tasso di crescita delle importazioni in dollari Tasso di crescita delle importazioni in dollari

Il confronto tra i due grafici mette in risalto come le importazioni degli Stati Uniti, se misurate in dollari, hanno mantenuto nel corso di tutto il 2017 un tasso di variazione tendenziale superiore al 6%. Viceversa, esse, se valutate in euro, hanno registrato una dinamica in crescita del 10% nel primo semestre per poi accusare una leggera flessione nella seconda parte dell'anno.
La banale, ma non scontata conclusione, di questo confronto è che il mercato americano può risultare una opportunità per le imprese esportatrici italiane non solo in funzione della sua crescita economica, ma anche in relazione alla maggiore o minore debolezza del dollaro. In un ipotetico scenario di dollaro debole, le opportunità offerte dal mercato americano per le esportazioni italiane potrebbe risultare significativamente dimensionate. Nell'ipotesi che al dollaro debole si accompagni anche una politica commerciale americana sempre più protezionista, allora le opportunità su questo mercato potrebbero venire del tutto meno.

In un orizzonte temporale di medio periodo, il confronto tra la dinamica registrata dalle esportazioni italiane, francesi e inglesi sul mercato americano mette in luce il forte recupero realizzato dalle imprese italiane.

Importazioni degli Stati Uniti

Nel 2011 le esportazioni italiane negli Stati Uniti risultavano significativamente inferiori rispetto alla esportazioni francesi e, soprattutto, rispetto a quelle inglesi. Nel corso di questi anni la distanza tra le esportazioni italiane e quelle dei due concorrenti è andata riducendosi fino a portare, nella scorsa primavera e estate, le esportazioni italiane a superare quelle francesi e ridurre al minimo la distanza con quelle inglesi.
Nell'ultimo trimestre del 2017, invece, sembra interrompersi la fase di rincorsa delle esportazioni italiane, suggerendo l'ipotesi di una maggiore vulnerabilità dell'offerta italiana alle modificazioni di cambio.

Conclusioni

Grazie agli investimenti di promozione fatti dal sistema Italia e dagli investimenti commerciali delle imprese, il mercato americano è risultato nel corso di questo decennio un forte fattore di crescita dell'economia italiana, raddoppiando il valore delle sue importazioni dall'Italia. L'attuale indebolimento del dollaro e le possibili politiche protezionistiche americane suggeriscono di non dare per scontata la prosecuzione di questa dinamica nel prossimo futuro.

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