I segnali dall’import di pannelli solari e lavatrici

Pubblicato da Marzia Moccia. 16 Luglio 2018.

Siulisse Stati Uniti Congiuntura Internazionale

La politica protezionistica dell’amministrazione americana getta incertezza riguardo il perdurare della fase espansiva del commercio internazionale. I principali timori degli operatori economici attengono all’ipotesi di un sostanziale rallentamento della crescita mondiale, a causa della perdita dei benefici del libero scambio sulle economie nazionali.
I dati di commercio dichiarati dal U.S. Department of Commerce, aggiornati al secondo trimestre 2018 e disponibili su SIUlisse, consentono una prima analisi degli effetti dei dazi sulle importazioni americane attraverso un esame della dinamica dei flussi di commercio americani in entrata di pannelli solari e lavatrici, prodotti che hanno subito l’applicazione delle tariffe dagli inizi del 2018.

Pannelli solari

Il 23 gennaio 2018, con il decreto presidenziale 9693, l’amministrazione Trump ha introdotto dazi sull’importazione di celle e pannelli fotovoltaici, prevedendo una quota tariffaria del 30% per il primo anno; imposta che andrà successivamente a diminuire, scendendo fino al 15% dal quarto anno a seguire.
L’imposizione di barriere tariffarie per il settore dei pannelli fotovoltaici non è una novità per gli USA. Il settore è stato oggetto di diversi interventi governativi; i primi provvedimenti risalgono al 2012 e al 2014 da parte dell’amministrazione Obama, i quali hanno introdotto dazi anti-dumping sulle importazioni di pannelli solari di origine cinese e taiwanese. L’effetto di queste prime tariffe è stato, tuttavia, piuttosto contenuto, dal momento che diverse compagnie cinesi hanno semplicemente delocalizzato la produzione di prodotti fotovoltaici verso altri paesi asiatici, evitando i dazi.
Dopo le tariffe del 2012, infatti, la Cina ha ceduto il posto di principale partner commerciale americano a player come Malesia e Corea del Sud, dove diverse compagnie avevano spostato l’assemblaggio di pannelli solari prima dell’esportazione verso gli USA.
L’intervento recente dell’amministrazione Trump ha, invece, esteso la copertura delle tariffe a tutti i paesi di importazione1, eliminando tale scappatoia e rispondendo alle denunce presentate all’International Trade Commission da diverse aziende americane del settore solar technology.

La manovra ha significativamente ridotto l’import americano di pannelli solari: l’analisi dei flussi di importazione, infatti, mostra una flessione del 27% rispetto al secondo trimestre 2017. Inoltre, prendendo come riferimento il primo semestre 2018, il valore dell’import ha subito una riduzione di 142 milioni di dollari rispetto al primo semestre dello scorso anno.
Come il grafico riportato mostra, l’estensione dei dazi ha più che dimezzato le importazioni di pannelli solari dalla Malesia (-265 milioni di dollari) e ridotto di circa 51 milioni di dollari quelle provenienti dalla Corea del Sud.


Lavatrici

Specularmente al caso dei pannelli solari, l’introduzione di imposte doganali sulle importazioni di lavatrici ad uso domestico ha risposto alla petizione presentata da alcune imprese locali all’International Trade Commission, con la denuncia di ripetute pratiche di concorrenza sleale da parte dei principali competitor asiatici2.
Come il grafico riportato consente di evidenziare, le importazioni di lavatrici hanno conosciuto una rilevante fase espansiva alla fine del 2014, dovuta principalmente all’import di lavatrici con capacità superiore a 10kg.


Il decreto presidenziale 9694 del 23 gennaio 2018 ha introdotto una quota tariffaria che va dal 20% al 50% sulle importazioni di lavabiancheria ad uso residenziale, destinata a scendere fino al 16% nei prossimi sei anni, con l’obiettivo di tutelare l’industria locale.
Gli effetti della politica protezionistica non si sono fatti attendere: dopo il picco di import registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno, il primo semestre del 2018 si è aperto con una variazione del valore delle importazioni di lavabiancheria del -24% rispetto allo stesso periodo del 2017, corrispondente ad una riduzione pari a 183 milioni di dollari.

Nel caso di lavatrici con carichi inferiori ai 6kg, i colpi maggiori vengono accusati da Messico e Cina, principali partner commerciali americani. Il Messico riduce l’export di 14,8 milioni di dollari nel primo semestre 2018 rispetto a quello precedente, mentre la Cina di 3 milioni di dollari. Le riduzioni più significative si registrano per i flussi di importazione delle lavatrici con carichi maggiori di 10kg, data l'importanza in termini di valore dell'import degli ultimi anni.
In questo caso il Vietnam, primo partner commerciale americano, riduce di 146,8 milioni di dollari, seguito da Corea del Sud (-36 milioni di dollari) e Thailandia (-22 milioni di dollari).

I dazi si traducono in maggiori prezzi pagati da imprese e consumatori americani

Sia per il caso di pannelli solari, sia per quello delle lavatrici, tuttavia, l’andamento dei prezzi doganali suggerisce che il costo dell’imposta si sia scaricato in parte o in toto sul mercato di destinazione. Tale evidenza conferma le preoccupazioni riguardo il rischio di aumento generalizzato dei prezzi sia per le imprese, attraverso le catene globali di valore, sia per i consumatori finali.
L’applicazione di tariffe doganali rischia di dimostrarsi, infatti, lesiva per l’industria domestica di solar technology3 e lavatrici a causa dell’influenza sul meccanismo di formazione dei prezzi.

(1) Il decreto esenta dall'imposizione dei dazi una lista di last-development countries.
(2) Si veda qui.
(3) Per un approfondimento si rimanda all' analisi Seia.

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