Le forze che muovono la Rupia indiana
La Banca centrale indiana interviene prevalentemente per limitare le fasi di apprezzamento.
Pubblicato da Luigi Bidoia. 20 Marzo 2019.
Cambio Mercati emergenti Data visualization Banche centrali Metodologie e Strumenti
Da oltre due anni StudiaBo monitora le dinamiche settimanali dei tassi di cambio,
analizzando i fatti che, nel corso della settimana, le hanno influenzate.
Le analisi raccolte portano ad “eleggere” ciascuna settimana una valuta come caso più interessante,
al quale viene dedicato un articolo, pubblicato su questo magazine.
Le informazioni raccolte e le analisi svolte ci consentono ora di trarre una prima conclusione:
i tassi di cambio riflettono due sistemi di forze tra loro diversi che influenzano, da un lato, le variazioni del cambio di breve periodo
(giornaliero, ma spesso anche orario), e dall'altro le modifiche del cambio su orizzonti temporali più lunghi, a volte superiori all’anno.
Questi sistemi di forze sono ben analizzati dalla letteratura economica, dove più teorie concorrono a spiegare i livelli dei tassi di cambio.
La teoria monetarista della Parità del potere d’acquisto (Purchasing Power Parity)
suggerisce che, nel lungo periodo, i tassi di cambio tra due valute tendono a riflette i differenziali di inflazione delle due economie.
Ad esempio, se il Brasile registra un’inflazione del 2% superiore a quella del dollaro, nel lungo periodo il real brasiliano
tenderà a deprezzarsi del 2% rispetto al dollaro.
Parallelamente, la teoria finanziaria della Parità dei tassi di interesse (Interest Rate Parity) postula che
i mercati finanziari troveranno un equilibrio di breve periodo, portando il cambio corrente di una valuta ad uguagliare il cambio atteso meno il
differenziale dei tassi tra i due paesi.
Poichè attualmente esiste un differenziale di tassi tra gli Stati Uniti e l’area UEM superiore al 2%, il tasso di cambio del dollaro verso l’euro risulta apprezzato rispetto al cambio che i mercati giudicano di equilibrio.
Il prezzo di un valuta dato dall'incrocio delle curve di domanda e offerta
Un valuta può essere però vista anche come una commodity scambiata su mercati concorrenziali, e il suo prezzo analizzato sulla base delle più consolidata teoria delle curve di domanda e offerta. Per una descrizione dei fattori che concorrono a determinare la domanda e l’offerta di una valuta, si veda l’articolo Le forze che muovono i cambi.
In questo articolo utilizziamo un approccio di domanda e offerta per analizzare l’evoluzione nel tempo delle interrelazioni
tra i diversi fattori e gli effetti sul tasso di cambio effettivo della Rupia indiana.
Per poter analizzare la dinamica dell’intero sistema abbiamo sviluppato l’animazione qui riportata.
In essa è riportata una bilancia i cui movimenti segnalano una fase di deprezzamento o di apprezzamento del cambio effettivo.
Sul piatto di sinistra sono riportati gli istogrammi dei fattori i cui livelli (se positivi) tendono a deprezzare il cambio:
- Importazioni nette (quidi al netto delle esportazioni) di merci e servizi, più trasferimeti netti in uscita;
- investimenti diretti esteri in uscita, al netto di quelli in entrata;
- investimenti di portafoglio e movimenti dei conti correnti in uscita, al netto di quelli in entrata;
- aumenti delle riserve in valuta della banca centrale.
Sul piatto di destra sono riportati gli istogrammi dei fattori i cui livelli (se positivi) tendono ad apprezzare il cambio:
- Esportazioni nette (quindi al netto delle importazioni) di merci e servizi, più trasferimenti netti in entrata dall’estero;
- investimenti diretti esteri in entrata netti (se positivi);
- investimenti di portafoglio e movimenti dei conti correnti in entrata netti (se positivi);
- riduzioni delle riserve in valuta della banca centrale.
Con il tasto Play si può avviare l’animazione e riavviarla dopo averla fermata con il tasto Stop.
Il tasto Reset riposiziona l’animazione al suo punto di inizio.
Situazioni che si ripetono nel tempo
L’analisi delle diverse dinamiche consente di individuare tre tipologie di periodi:
- i periodi 2011Q1-2014Q2 e 2018Q1- , caratterizzati da elevate importazioni nette solo parzialmente compensate da investimenti in entrata. In questi periodi la Banca Centrale ha accompagnato il deprezzamento del cambio intervenendo, quando necessario, con diminuzioni delle proprie riserve di valuta;
- il periodo 2015Q4-2017Q1, in cui il tasso di cambio è risultato stabile, come effetto di equilibrio tra limitate importazioni nette e contenuti investimenti netti in entrata;
- i periodi 2014Q2-2015Q4 e 2017Q1-2018Q1, in cui il tasso di cambio si è apprezzato, sostenuto da elevati investimenti diretti in entrata, con significativi interventi della Banca Centrale volti a contenere l’apprezzamento del cambio.
Conclusioni
Nel corso di questo decennio la Rupia indiana si è deprezzata quando l’aumento del valore delle importazioni ha determinato deficit elevati del saldo corrente;
si è invece apprezzata quando la fiducia degli investitori esteri ha generato un aumento degli investimenti diretti in entrata. Questi movimenti sono stati
accompagnati dagli interventi della Banca centrale. Questi interventi sono stati più decisi quando si è trattato di limitare l’apprezzamento del cambio; gli interventi sono stati più accomodanti quando domanda e offerta di mercato hanno portato il cambio a deprezzarsi.
Sulla base di questa analisi è possibile ritenere che il cambio della Rupia mostrerà anche in futuro una tendenza di fondo al deprezzamento,
con accelerazioni in presenza di aumenti dei prezzi delle materie prime.
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