Questa settimana si è chiusa con un tasso di cambio effettivo dello Shekel Israeliano che si è avvicinato al livello di 120 (indice 2015=100). Il cambio con il dollaro è abbondantemente sotto la soglia considerata “psicologica” di 3.60; quello con l’euro è inferiore a 4 shekel per euro. Non vi è dubbio che la moneta israeliana sia la moneta che da alcuni anni guida la classifica mondiali delle monete più forti, insidiata solo dallo Yen giapponese e dal Baht thailandese. Tutte le altre monete, compreso il Franco Svizzero, sono molto indietro.

Ma quali sono le forze che sostengono lo Shekel nel breve periodo?

Nel breve periodo una determinante importante è il mantenimento dell’economia israeliana su un tasso di crescita significativo, anche in un fase di rallentamento dell’economia mondiale. All’inizio della settimana, l’Ufficio Centrale di Statistica ha certificato che nel primo trimestre del 2019 la crescita economica annualizzata in Israele è stata del 5%, il tasso di crescita più alto dal terzo trimestre del 2017. Questa crescita si sta inoltre realizzando senza tensioni dal lato dell’inflazione. Anzi questa risulta sotto il target della Banca Centrale, prospettando anche in Israele la prosecuzione di una fase economica con tassi di interesse molto bassi (0.25% attualmente).

Quali le forze nel lungo periodo?

Nel lungo periodo le forze che sostengono il cambio dello Shekel sono:

• un surplus della bilancia commerciale sempre positivo in tutto questo secolo;

  
  

  
  

• un alto e crescente flusso di investimenti diretti in entrata;

  
  

  
  

• riserve in valuta della Banca centrale tra le più elevate al mondo in percentuale del valore delle importazioni ( oltre il 100% delle importazioni annue).