Saga Brexit verso la conclusione? Gli ultimi eventi e l’impatto sulla sterlina
L’ultima mossa del governo inglese sulla Brexit torna a far salire il rischio di cambio della sterlina; nel frattempo la BCE discute l’apprezzamento dell’euro
Pubblicato da Alba Di Rosa. 12 Settembre 2020.
Cambio Europa Euro Incertezza Rischio cambio Sterlina Brexit Banche centrali Eurozona Tassi di cambioQuesta settimana la sterlina britannica è tornata sotto i riflettori, perdendo in pochi giorni quasi il 3% del suo valore rispetto all’euro. Tale inversione di tendenza si colloca dopo un’estate di relativa stabilità per il cambio del pound, stabilità che si contrappone alla dinamica osservata negli ultimi giorni, come si nota dal grafico di seguito che mostra il tasso di cambio della sterlina rispetto alla moneta unica.
Le ragioni di tale cambio di rotta fanno capo ai nuovi tumultuosi sviluppi sulla Brexit, che hanno riportato in primo piano lo spettro del no deal. La paura dei mercati per le conseguenze economiche di tale evento è stata immediatamente registrata dalla sterlina.
Brexit: gli ultimi sviluppi
Già all’inizio della settimana, alcune indiscrezioni hanno cominciato a circolare in merito alle prossime mosse del governo Johnson sulla Brexit, indiscrezioni che nella giornata di mercoledì sono state confermate con la presentazione da parte dal governo alla Camera dei Comuni di una controversa proposta di legge. L’Internal Market Bill violerebbe infatti gli accordi presi dal Regno Unito con l’Unione con il Withdraval Agreement firmato ad ottobre 2019, e ratificato dal parlamento britannico a gennaio 2020. In particolare, questa proposta di legge violerebbe gli accordi sul tema degli aiuti di stato e dei controlli doganali nel mare irlandese.
La presentazione di questa proposta di legge ha scatenato il disappunto dell'opposizione britannica e dell'Unione Europea: approvare questa legge costituirebbe a tutti gli effetti la violazione di accordi presi in sede di trattato internazionale, come ha riconosciuto lo stesso governo, seppure “in a very specific and limited way”, secondo quanto dichiarato da Brandon Lewis, Northern Ireland Secretary.
La risposta di Bruxelles è stata la minaccia di adire vie legali se la proposta di legge non sarà ritirata entro fine settembre.
Le opinioni in merito alla mossa del governo inglese sono varie: alcuni sostengono possa trattarsi di una mossa strategica, volta ad accrescere la pressione sull’Unione per il raggiungimento di un accordo, mentre altri sostengono che l’uscita senza accordo possa essere effettivamente uno degli outcome desiderati da Londra, che garantirebbe maggiore libertà d’azione. Ciò che appare certo è che l’amministrazione britannica sembra non voler raggiungere un accordo ad ogni costo.
A fronte della diminuzione delle probabilità di un accordo, l’outlook per la sterlina si fa più precario. L’opinione comune è quella dell’avvio di una fase di debolezza nei prossimi mesi, se lo scontro con l’UE proseguirà – debolezza che potrebbe accentuarsi, almeno nel breve periodo, qualora l’effettivo scenario di un’uscita senza accordo dovesse concretizzarsi.
Focus euro: BCE e politica monetaria
Altro evento di rilievo degli ultimi giorni è stata la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea, che ha avuto luogo il 10 settembre. L’evento era molto atteso dai mercati finanziari, dopo le dichiarazioni della scorsa settimana di policy-makers dell’istituto centrale europeo in merito al significativo - e potenzialmente preoccupante - apprezzamento della moneta unica. In particolare, i mercati finanziari attendevano la reazione del Consiglio Direttivo ed il commento della presidente Lagarde, a fronte di un cambio euro-dollaro che ha recentemente toccato 1.20, per la prima volta in più di 2 anni.
Il Consiglio Direttivo ha deciso di lasciare, per il momento, i tassi d’interesse invariati. Sono state inoltre comunicate le nuove previsioni macroeconomiche per l’area euro: rispetto a giugno, la previsione per la crescita del PIL dell’Eurozona nel 2020 è stata rivista al rialzo al -8%, mentre è rimasta invariata per i due anni successivi (per i quali si prevede un recupero rispettivamente pari al +5% e +3.2%).
Riguardo l’apprezzamento dell’euro, la presidente Lagarde ha confermato che il tema è stato affrontato a livello di Consiglio Direttivo. È stato specificato che “We (la banca centrale, ndr) do not target the exchange rate. Our mandate is price stability”. Ciononostante, nei limiti in cui la forza del cambio possa esercitare un impatto negativo sulla stabilità dei prezzi, la questione sarà accuratamente monitorata e valutata all’atto di assumere decisioni. Non si escludono ulteriori tagli dei tassi, dato che la presidente ha ribadito la disponibilità dell’istituto ad usare tutti gli strumenti di policy a disposizione per portare a compimento il proprio mandato.
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