Le continue ingerenze del presidente Erdogan sulla banca centrale turca spaventano gli investitori, indebolendo la lira turca

Pubblicato da Gloria Zambelli. 04 Giugno 2021.

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Non si arresta la prolungata fase di indebolimento della lira turca che conclude la settimana finanziaria al minimo storico di 8.7 lire per dollaro, segnando un deprezzamento del -1%. Come si può osservare dal grafico, dopo la fase di ripresa sperimentata nel periodo invernale, che ha reso la moneta turca una delle valute più performanti sui mercati emergenti; a partire da marzo la valutazione dei mercati ha completamente cambiato la sua direzione.

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La ragione di questo improvviso peggioramento del sentiment è legata alle pressioni che il Governo di Ankara sta esercitando sulla banca centrale del paese (Central Bank of the Republic of Turkey).
Come raccontato in un precedente articolo, la decisione dell’amministrazione Erdogan di abbandonare la linea ortodossa nominando Sahap Kavcioglu (le cui idee sono in linea con quelle del presidente) come nuovo governatore della banca centrale, ha progressivamente eroso la credibilità costruita nei mesi precedenti. Il cambio di leadership era avvenuto in seguito all’aumento dei tassi d’interesse di riferimento al 19% in marzo, considerati dal premier Erdogan troppo elevati per stimolare gli investimenti nel paese.

Nel corso di questa settimana a preoccupare i mercati valutari è stata la dichiarazione del Presidente turco di aver concordato con il neo-governatore un abbassamento dei tassi d’interesse per la prossima estate. Infatti, nell’ultima intervista televisiva trasmessa martedi 1 giugno Erdogan ha affermato: “I even spoke to the central bank governor today — we certainly need to lower interest rates. For that, we need to see July, August for interest rates to start coming down” .

La reazione dei mercati forex è stata immediata con la lira che ha perso ben 2 punti percentuale tra martedì e venerdì. Secondo la maggior parte degli economisti e degli investitori una politica espansiva in questa fase di inflazione alle stelle causerebbe ulteriori danni al tessuto economico del Paese, generando il rischio di una spirale inflazionistica.

Turchia: Indice dei Prezzi al Consumo
Fonte: Central Bank of the Republic of Turkey


In questo contesto di forte incertezza, la stabilità dei prezzi dovrebbe dunque essere l’obiettivo primario della banca centrale: infatti, sia ad aprile che a maggio la variazione tendenziale dell’Indice dei Prezzi al Consumo turco è stato del 17% , come illustrato dal grafico.

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Al contrario, diversamente da quanto accaduto a febbraio, il peggioramento accusato sui mercati finanziari diversi dai forex è stato più contenuto: tra martedì 1 e giovedì 3 giugno l’indice BIST 100 ha segnato una caduta limitata al 0,2% mentre il tassi di rendimento sui bond a 10 anni sono passato solo dal 18.7 a 19. A contenere il peggioramento ha sicuramente influito la risposta del governatore Kavcioglu che ha fatto un passo indietro rincuorando, in parte, gli investitori. "Le aspettative di un rapido taglio dei tassi, che non sono basate su giuste motivazioni, devono scomparire", ha dichiarato Kavcioglu in un discorso disponibile sul sito della banca.

Lo scenario del paese rimane dunque molto complesso e il rischio di cambio elevato. Inoltre, le riserve a disposizione della banca centrale sono limitate e inferiori ai 50 miliardi di dollari, impedendo di pensare ad azioni di salvaguardia del livello dei cambio in contrasto con le valutazioni di mercato.

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