Libano in ginocchio: quali prospettive per il Paese e la Lira?
Il cambio di governo concede un attimo di respiro al collasso della lira libanese sul mercato nero, ma la crisi è ancora lontana da essere superata
Pubblicato da Gloria Zambelli. 30 Luglio 2021.
Cambio Analisi Macro Dollaro Incertezza FMI Tassi di cambio Ormai da diversi mesi, il Libano è al centro dell’attenzione mediatica a causa della profonda crisi politica, sociale ed economica in cui verte il Paese.
Come presentato in un precedente articolo, oltre a dover affrontare le vulnerabilità economiche persistenti, come l’elevato deficit pubblico e gli squilibri macro-economici, nel 2020 sul Libano si sono abbattute altre tre crisi : economico-finanziaria, sanitaria e infine l’esplosione al porto di Beirut nell’agosto del 2020.
Il dramma del Paese si riflette sull’andamento della valuta, in continuo deprezzamento rispetto al dollaro da settembre 2019.
Infatti, tra le valute considerate dal Big Mac Index dell’Economist, la lira libanese risulta di gran lungo la più sottovalutata rispetto al dollaro, arrivando a -70.2% a luglio 2021.
La situazione valutaria
Nonostante sul mercato valutario ufficiale il cambio della lira risulti ancorato al dollaro USA dal 1997, con un rapporto di 1507.5 LBP per USD; sul mercato secondario (“Black market”) lo storico peg con il dollaro ha perso più del 90% del suo valore dalla fine del 2019, rispecchiando il collasso economico del paese. Infatti, il crollo dei flussi di capitale in ingresso (-22% nel 2019), ha causato fallimenti nel sistema bancario, esercitando pressioni sul tasso di cambio.
Tasso di cambio lira libanese verso dollaro USA
(Black market)
Come è possibile osservare dal grafico, dopo le vette raggiunte a marzo 2021, in cui la lira ha sfiorato le 15 mila lire per dollaro, la spirale di deprezzamento della valuta non si è arrestata, superando le 22 mila lire per dollaro a metà luglio. Negli ultimi dieci giorni, tuttavia, la lira sembra aver riconquistato parzialmente terreno, registrando un apprezzamento del 17% rispetto al biglietto verde, e chiudendo oggi a 18.5 mila lire per dollaro.
Quale evento ha invertito bruscamente tale dinamica?
Dall’ inizio della crisi, una delle principali accuse che la popolazione ha rivolto alle istituzioni è lo stallo politico: infatti, dopo le dimissioni del governo di Hassan Diab in seguito all’esplosione di agosto 2020, l’incarico di formare il governo è passato a Saad Hariri lo scorso ottobre, iniziando una serie di trattative che non hanno condotto ad alcun esito positivo. La stato d’impasse del governo provvisorio non ha permesso di avviare le riforme necessarie per ridare solidità all’economia del paese, bloccando i negoziati con Fondo monetario internazionale per l’ottenimento di un pacchetto di salvataggio. Tutto ciò ha esacerbato il malcontento popolare, provocando proteste in tutto il paese. Dopo nove mesi di consultazioni estenuanti, il 15 luglio Saad Hariri ha rinunciato all’incarico, determinando il record low della lira sul black market.
Lunedì 26 luglio, il compito di formare un nuovo esecutivo è stato assegnato a Najib Mikati, già capo del governo nel 2005 e nel 2011. Malgrado l’ex primo ministro goda di una bassa popolarità, percepito come uno dei membri della classe dirigente responsabile della situzione critica del paese, il sentiment sui mercati secondari sembra essere relativamente positivo, dando un freno al crollo della lira. Il presidente Mikati, inoltre, si è detto ottimista sulla possibilità di formare un nuovo governo in tempi brevi, e di creare i presupposti per dare vita a quelle riforme di cui il paese ha bisogno.
Rimane, tuttavia, un certo scetticismo tra gli analisti sulla possibilità di arginare in tempi brevi il tracollo economico e sociale del paese.
Il crollo dell'economia
La svalutazione della valuta causata dalla crisi finanziaria, ha comportato una fiammata inflazionistica che ha raggiunto le tre cifre a partire da luglio 2020.
A maggio di quest’anno l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un ulteriore incremento del 120% su base tendenziale. Secondo i dati della Central Administration of Statistics della repubblica libanese, a giugno l’indice dei prezzi al consumo per il comparto cibo e bevande non alcoliche sarebbe salito di circa il 222% rispetto al corrispondente periodo del 2020. Gli effetti della crisi si stanno dunque riversando soprattutto sulle fasce meno abbienti, spingendo più della metà della popolazione sotto la soglia di povertà.
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In questo drammatico contesto, lo stato di insolvenza del Paese e la disponibilità di riserve valutarie limitate e inferiori ai 25 miliardi di dollari, impedendiscono di pensare ad azioni di salvaguardia del livello dei cambio e di controllo dell’inflazione, rendendo essenziali gli investimenti privati e gli aiuti internazionali per sostenere la ripresa.
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