Con l’annuncio della sospensione dei dazi su acciaio e alluminio, le due sponde dell’Atlantico hanno avviato il dialogo per la realizzazione di un accordo globale sotto l’egida della sostenibilità

Pubblicato da Marzia Moccia. 03 Novembre 2021.

Europa Stati Uniti Guerra commerciale Congiuntura Internazionale

Al margine del G20, è arrivato l’annuncio congiunto, da parte di Unione Europea e Stati Uniti, del raggiungimento di un accordo per la sospensione delle tariffe su acciaio e alluminio, che rientra nella più ampia ambizione della realizzazione di un nuovo accordo globale per la produzione dell'acciaio e dell'alluminio in modo sostenibile.
Le due sponde dell’Atlantico si sono infatti impegnate a usare la politica commerciale per affrontare le minacce del cambiamento climatico e le distorsioni del mercato globale, con l’obiettivo di ridurre il commercio di prodotti in acciaio e alluminio ad alta intensità di carbonio. L'accordo globale sarà aperto a qualsiasi altro paese interessato a condividere lo stesso impegno.

In una dimostrazione di rinnovata fiducia, gli Stati Uniti hanno perciò convenuto di sospendere i dazi aggiuntivi - del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio - attualmente in essere sui prodotti europei, istituiti nel giugno 2018 dall’ex amministrazione Trump. In particolare, a partire dal 1° gennaio 2022, il nuovo regime prevede l’introduzione di un sistema di quote tariffarie annuali sull’import di acciaio e alluminio, calibrato sulla base dei volumi storici degli scambi bilaterali dei due prodotti.

Acciaio e alluminio: le esportazioni UE verso il mercato americano

In un'ottica di bilancio complessivo dell'azione tariffaria dell'ex amministrazione Trump, la ricchezza delle informazioni della piattaforma ExpotPlanning ci permette di documentare come siano state in particolar modo le esportazioni europee di acciaio ad aver accusato una forte caduta a partire dalla seconda metà del 2018; l'export di alluminio ha invece seguito una dinamica assai differente. Al fine di evidenziare tale andamento, i grafici che seguono riportano le quantità di acciaio e alluminio esportate dall'Unione Europea nel corso degli ultimi trimestri.

Acciaio: export UE verso gli USA
(migliaia di tonnellate)

Alluminio: export UE verso gli USA
(migliaia di tonnellate)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

A seguito dell'introduzione dei dazi, la quantità di acciaio esportato ha subìto una drastica e repentina caduta, mentre nel caso dell'alluminio, la contrazione si è evidenziata solo a partire dai primi mesi dell'anno pandemico. Il risultato testimonia come la domanda americana di alluminio made in UE, nei primi 18 mesi, si sia dimostrata relativamente rigida all'incremento del costo aggiuntivo del 10% derivante dalle tariffe, come documentato da parte della stessa Commisione Eurepea in US importers and consumers are affected by US tariffs on aluminium.

Tale andamento ha influenzato la scelta del periodo storico di riferimento nella determinazione del sistema di quote che entrà in vigore a partire dal 2022: secondo quanto pubblicato da parte dell'amministrazione americana, le quote sono state stabilite tenendo in considerazione i livelli delle esportazioni UE tra il 2015 e il 2017 per il caso dell'acciaio, e tra il 2018 e il 2019 per quello dell'alluminio.

Sei interessato a ricevere una selezione delle più rilevanti news della settimana sul commercio estero? Iscriviti gratis a World Business Newsletter!

Vai agli ultimi numeri della World Business Newsletter

Acciaio: export UE verso gli USA
(migliaia di tonnellate, dati annuali)

Alluminio: export UE verso gli USA
(migliaia di tonnellate, dati annuali)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

In particolare, a partire dal 2022 gli esportatori europei potranno vendere in USA fino a 3.3 milioni di tonnellate di acciaio esenti da tariffe e circa 380.000 tonnellate di alluminio.

In conclusione, l’accordo siglato muove sicuramente dalla volontà di ripristinare il livello degli scambi commerciali, pur ponendo alcune limitazioni alle esportazioni europee sul mercato americano. Uno dei fattori più significativi dell'intesa raggiunta è quella del superamento di una logica puramente incentrata sui dazi, includendo la tematica ambientale e delle pratiche di concorrenza sleale, aspetti tipici degli accordi di nuova generazione promossi da parte dell'Unione Europea. Non è un caso che per beneficiare del trattamento duty-free, tutti i prodotti dovranno essere interamente realizzati nell'Unione europea, escludendo quei beni la cui fase ultima di lavorazione avviene in Europa, ma che utilizzano principalmente acciaio proveniente da Cina, Russia e Corea del Sud, così da garantire che prodotti provenienti da economie non di mercato non beneficino dell’intesa.

L'accordo segna un ulteriore passo nella rivitalizzazione dei rapporti commerciali tra le due sponte dell'Atlantico: a giugno Stati Uniti e UE avevano già annunciato la fine della disputa tariffaria nell’ambito del contenzioso Airbus-Boeing, alla fine di settembre avevano stipulato una nuova partnership per il commercio e la tecnologia, e, all'inizio di ottobre, hanno raggiunto un accordo sulle tasse minime globali.
La cooperazione transatlantica sembra quindi essere più solida che mai per affrontare la sfida dell'ascesa della potenza cinese e della riforma del WTO.

Potrebbero interessarti anche:

Metalli industriali e chimica di base: l’UE in cerca di una strategia per affrontare i rischi di approvvigionamento
A fronte della leadership cinese nei settori dei metalli industriali e della chimica di base, l’Unione Europea cerca di mitigare i rischi di approvvigionamento nelle materie prime critiche
Pubblicato da Silvia Brianese. 11 Dicembre 2024.

strumenti e attrezzature ICT

Strumenti e attrezzature per ICT e servizi: la ri-accelerazione del mercato USA nel corso del 2024
Nei primi 9 mesi dell'anno le importazioni USA del comparto in crescita di oltre 25 miliardi di euro
Pubblicato da Marcello Antonioni. 03 Dicembre 2024.

USA vs Cina

La minaccia delle nuove tariffe USA contro la Cina
L’aumento dei dazi sulle importazioni cinesi potrebbe generare inflazione e spingere alla ricerca di alternative, ma è davvero possibile sostituire la Cina?
Pubblicato da Simone Zambelli. 27 Novembre 2024.