Nel corso degli ultimi anni, Russia e Cina hanno rafforzato i legami economici e commerciali, ma per Pechino pesa l’integrazione con l’Occidente

Pubblicato da Marzia Moccia. 06 Aprile 2022.

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Lo scoppio del conflitto in Ucraina ha portato a una risposta decisa da parte della comunità internazionale nei confronti della Russia, che ha previsto un pacchetto di sanzioni adottato sinergicamente da tutto il mondo occidentale.
Meno netta e più ambigua è stata, invece, la posizione cinese che ha evitato di schierarsi formalmente da una parte o dall’altra, e, anzi, non ha negato alcune misure di sostegno indirette all’economia russa colpita dalle sanzioni occidentali come, ad esempio, l’allentamento delle restrizioni doganali sulle importazioni di grano russo.

Fin dai primi giorni della guerra, la Repubblica Popolare Cinese ha infatti mantenuto una posizione poco chiara, principalmente dovuta alla peculiarità dei suoi legami economici e commerciali “a doppio filo” che la legano sia al Cremlino che all’Occidente.

I legami commerciali Russia-Cina si sono rafforzati nel corso degli ultimi anni

Sul fronte russo, nel corso degli ultimi anni si è assistito a un aumento progressivo della rilevanza della Cina per la bilancia commerciale del Cremlino, sia in qualità di paese fornitore, sia quale mercato di destinazione delle esportazioni di Mosca.

Sul fronte dei principali esportatori attivi, infatti, il peso ricoperto da Unione Europea e Cina ha sperimentato una dinamica diametralmente opposta (si veda Fig.1).

Fig.1 – Cina, UE e USA : quota di import russo detenuto

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Se a inizio secolo, gli esportatori europei detenevano più del 50% delle importazioni del mercato russo, già da prima del 2014 si è assistito a un progressivo ridimensionamento del ruolo della UE quale partner fornitore di Mosca. Parallelamente, la Cina è invece cresciuta fino a rappresentare, oggi, più del 20% delle importazioni russe.
Se considerassimo singolarmente i diversi paesi del mondo, il Paese del Dragone risulta essere il primo esportatore attivo sul mercato, tuttavia bisogna sottolineare come sia ancora l’Unione Europea, presa nel suo insieme, ad essere il più grande fornitore commerciale della Russia.

Situazione analoga si riscontra sul fronte dei principali mercati di destinazione delle esportazioni russe, all'interno dei quali la UE ricopre ancora un ruolo rilevante, pur avendo ceduto significativi spazi al Paese del Dragone nel corso degli ultimi anni (Fig.2).

Fig.2 – Cina, UE e USA: quota di export russo assorbito

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Di fatto, nel 2013 l’Unione Europea era la meta di più del 48% delle esportazioni del Cremlino, risultato fortemente sostenuto dalle vendite di gas. Successivamente, soprattuto a seguito delle sanzioni per l'invasione della Crimea, si è registrata una graduale virata delle vendite russe verso il mercato cinese, il quale, pur non rimpiazzando interamente, in termini di importanza, il mercato unico europeo, ha evidenziato un progressivo aumento della sua rilevanza all'interno del portafoglio mercati delle imprese russe.

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Sebbene nel corso degli ultimi anni si sia registrato un progressivo consolidamento nei rapporti commerciali tra Russia e Cina, sul fronte cinese permangono altre complessità che rendono poco conveniente per la Cina un netto sostegno dell'azione russa in Ucraina.

I rapporti commerciali Cina-Russia rimangono sbilanciati

La significativa integrazione cinese nella catene del valore internazionali rendono le relazioni commerciali Russia-Cina estremamente sbilanciate. Se il peso della Cina sull’interscambio commerciale russo è infatti prossimo al 18%, il peso della Russia per Pechino è pari solamente al 2%. Risultato di gran lunga inferiore rispetto al peso ricoperto dall'Unione Europea (circa 13.6% nel 2021) e dagli Stati Uniti (circa 12.3% nel 2021), come riportato in Fig.3.

Fig.3 – Peso di UE, USA e Russia sull'interscambio commerciale cinese

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Sin dall’entrata nel WTO, Pechino ha infatti costruito una presenza economica massiccia all’estero; tale elemento espone la Cina a significativi rischi annessi qualora fosse travolta da eventuali sanzioni secondarie da parte di Stati Uniti e Unione Europea per un appoggio aperto alla Russia. Nonostante il rafforzamento dei rapporti commerciali Russia-Cina e gli obiettivi di cooperazione strategica tra le due economie, è infatti improbabile che il mercato russo possa costituire, da solo, un mercato alternativo per il Paese del Dragone.

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