Sovvenzioni e sfide ambientali: i dazi europei agli Electric Vehicle cinesi
Pubblicato da Simone Zambelli. 03 Luglio 2024.
Europa Automotive Import Analisi Mercati Esteri
La Commissione europea ha recentemente avviato un'inchiesta antisovvenzioni sulla filiera cinese dei veicoli elettrici a batteria ai sensi del regolamento (UE) 2016/1037, concludendo, in via provvisoria, che abbia beneficiato di sovvenzioni sleali, dalle quali
deriva una minaccia di pregiudizio economico ai produttori UE di veicoli elettrici a batteria.
A fronte di quanto concluso, la Commissione ha comunicato preventivamente il livello dei dazi compensativi provvisori che potrebbe istituire a partire dal 4 luglio nei confronti dei tre produttori cinesi inclusi nel campione di indagine:
- BYD: 17.4%;
- Geely: 20%;
- SAIC: 38.1%.
Per i rimanenti produttori cinesi che hanno collaborato all'inchiesta viene ipotizzato un dazio medio ponderato pari al 21%, che sale al 38.1% per coloro che non hanno collaborato. Come specificato dalla stessa Commissione Europea, tali dazi compensativi si aggiungerebbero al dazio all'importazione ordinario del 10% riscosso sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria.
I risultati di tale indagine sono seguiti, inoltre, all'annuncio da parte del Presidente Biden di introdurre dazi pari all'intero valore doganale (100%) sulle importazioni americane di veicoli elettrici dalla Cina, che quindi restituisce un quadro di relazioni commerciali sempre più tese e contrapposte tra il c.d. West and the Rest.
La crescita dei produttori cinesi e il mercato europeo
Per capire le motivazioni alla base del procedimento avviato dalla Commissione cerchiamo di contestualizzare l'ascesa del produttore cinese sulla scena mondiale e l'attuale situazione competitiva sul mercato europeo.
Fino a poco tempo fa, le auto elettriche cinesi erano sinonimo di veicoli piuttosto piccoli ed economici, anche se negli più recenti si è assistito a un "upgrading" dei player del Dragone. Basti pensare che, come documentanto dai dati doganali ExportPlanning, nel 2021 si stima che un'auto elettrica di esportazione cinese avesse un prezzo medio unitario FOB (Free On Board che dal punto di vista della catena del valore produttiva-distributiva, può essere considerato come prezzo al produttore, al netto delle imposte sui consumi e dei margini delle successive fasi di distribuzione) di poco inferiore ai 18.000$ per unità; nel 2023 tale valore è tuttavia progressivamente salito, attestandosi sui 23.000$.
Considerando però che il costo medio della stessa tipologia di auto per gli altri esportatori internazionali di veicoli elettrici, come Stati Uniti e Germania, si colloca intorno tra i 40.000-55.000$ per unità, appare evidente lo scarto nei prezzi che ancora esiste tra i diversi fornitori.
Anche a fronte di un prezzo fortemente competitivo, nel corso degli anni più recenti si è infatti assistito a una crescita spiccata delle esportazioni cinesi del settore sul mercato europeo.
Fig.1 – Importazioni europee di veicoli elettrici
(cumulata annua)
Fonte: ExportPlanning
Come evidenziato in Fig.1, le importazioni europee di veicoli elettrici cinesi hanno registrato una visibile accelerazione a partire dal 2021. Questo trend riflette l'evoluzione del mercato europeo verso una mobilità più sostenibile, supportata da politiche favorevoli, innovazioni tecnologiche e una crescente consapevolezza ambientale tra i consumatori. La leggera diminuzione osservata all'inizio del 2024 non sembra rappresentare un'inversione di tendenza, quanto piuttosto un assestamento del mercato dopo anni di crescita rapida e il segnale di una maggiore incertezza, legata all'apertura del fascicolo di indagine della Commissione Europea proprio alla fine dello scorso anno.
In particolare, appare particolarmente interessante mettere a confronto l'ascesa cinese con gli altri paesi esportatori sul mercato europeo.
Fig.2 – Importazioni europee di veicoli elettrici a batteria: quota di mercato dei principali partner commerciali
(cumulata annua)
Fonte: ExportPlanning
La Fig.2 mostra sicuramente una competizione accesa tra vari paesi nella fornitura di veicoli elettrici sul mercato dell'Unione. Germania e Cina emergono come i principali player, con quote di mercato che si collocano tra il 15-20%. Anche il Belgio, sedi di stabilimenti di brand europei, e la Corea del Sud hanno un posizionamento di rilievo, detenendo circa il 10% del mercato. Gli Stati Uniti hanno invece registrato un picco notevole ma ha poi visto una diminuzione significativa delle proprie esportazioni verso il mercato.
Se quindi l'interesse da parte dei consumatori verso un nuovo modello di mobilità appare forte, in termini di politica industriale quello che preoccupa la Commissione Europea e l'amministrazione americana è quella di poter garantire una concorrenza leale. I dazi annunciati dall'Europa sono infatti ascrivibili all'interno delle misure temporanee previste dall’Organizzazione mondiale del commercio, presso la quale l’Ue ha chiesto l’apertura di un’indagine anti-sussidi sui veicoli elettrici di produzione cinese. L’UE potrà imporre tali misure proprio in base all’atteggiamento più o meno cooperativo della Repubblica popolare nello svolgimento dell’indagine che dovrà accertare se la produzione cinese di veicoli elettrici benefici di sussidi alle imprese in misura troppo generosa per poter entrare liberamente sul mercato europeo.
Sempre in materia di sicurezza industriale, un ulteriore tema da non ignorare attiene anche alla catena di approviggionamento delle materie prime dell'indotto elettrico. Elemento che gioca ad indubbio favore dell’industria cinese è infatti l’elevato livello di integrazione verticale delle catene di fornitura delle batterie e dei veicoli elettrici – dalla lavorazione dei minerali alla produzione delle batterie e dei veicoli – nonché la presenza di costi minori per manodopera, produzione e finanziamenti. Fuori dalla Cina, sta emergendo quindi la necessità, per gli UE così come per gli USA, di costruire a propria volta un’adeguata e competitiva catena di fornitura, che possa ottimizzare i costi e ridurre la dipendenza dal gigante asiatico, che ricopre un ruolo di primo piano nel commercio di batterie e componenti per i veicoli elettrici (per un approfondimento si veda l'articolo Il futuro dell’auto elettrica: sfide e opportunità per l’Unione Europea).
Conclusioni
La situazione delle importazioni di veicoli elettrici in Europa riflette una transizione accelerata verso la mobilità sostenibile, con una crescente presenza di veicoli provenienti dalla Cina, sospettati di beneficiare di sovvenzioni e per questo oggetto di dazi aggiuntivi. Il contesto è però complesso, con implicazioni non solo economiche ma anche geopolitiche, specialmente riguardo all'approvvigionamento strategico di materiali come il litio e le batterie delle auto elettriche. Innovazioni come nuove tecniche di estrazione del litio potrebbero giocare un ruolo cruciale nel futuro sostenibile di questa industria in Europa.
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