La guerra commerciale di Trump e la corsa alle importazioni
Pubblicato da Simone Zambelli. 12 Febbraio 2025.
Congiuntura Stati Uniti Import Congiuntura Internazionale
Sulla base degli ultimi dati diffusi dall'istituto U.S. Census Bureau e recepiti all'interno del Sistema Informativo ExportPlanning, le importazioni degli Stati Uniti hanno raggiunto nel mese di dicembre 2024 livelli record senza precedenti. La vittoria elettorale di Trump ha infatti spinto le imprese e i consumatori ad anticipare le scorte, a fronte delle minacce protezionistiche della nuova amministrazione.
Il grafico che segue permette di leggere tale fenomeno, riportando la serie dei tassi di variazione tendenziali mensili delle importazioni americane da gennaio 2022 a dicembre 2024.
Figura 1 - Variazione tendenziale mensile delle importazioni americane
Fonte: ExportPlanning
Appare evidente come, la ripresa, che ha caratterizzato le importazioni del mercato durante tutto il 2024, sia culminata nel forte incremento del mese di dicembre, che ha fatto segnare una crescita del 14.5% rispetto al mese di dicembre 2023.
Il balzo di fine anno è attribuibile in larga parte a un c.d. "effetto scorta", in cui le imprese e gli importatori hanno anticipato gli acquisti a fronte della grande incertezza dell'evoluzione dei rapporti commerciali tra gli USA e i diversi partner mondiali.
La segmentazione per settore, permette di evidenziare come questa dinamica ha interessato principalmente beni ad alto valore aggiunto e prodotti essenziali per il mercato statunitense, suggerendo che gli importatori abbiano adottato strategie mirate per garantire la continuità delle forniture senza subire rincari eccessivi.
Il grafico che segue evidenzia, infatti, i settori che hanno contribuito maggiormente all'aumento delle importazioni tra dicembre 2023 e dicembre 2024.
Figura 2 - Variazione assoluta delle importazioni americane per i principali settori
(dicembre 2024 – dicembre 2023, miliardi di dollari)
Fonte: ExportPlanning
Il settore che ha registrato il maggiore incremento è quello dei Prodotti finiti per la persona, un comparto che include beni di consumo come abbigliamento, accessori e prodotti di lusso. Questo trend suggerisce che i rivenditori e i distributori abbiano anticipato gli acquisti in previsione di ipotetici dazi futuri. Non a caso il partner commerciale dal quale si è evidenziato in maniera decisa tale fenomeno è la Svizzera, hub logisitco sempre più rilevante per le maggiori case del lusso.
Il secondo comparto ad aver segnato la crescita più significativa è quello dei Prodotti e strumenti per la salute, un comparto strategico e che vanta importanti legami di filiera con i maggiori partner commerciali europei, come Svizzera, Germania e Italia.
Il terzo comparto per incremento è Strumenti e attrezzature per ICT e servizi, segnalando un'accelerazione nelle importazioni di hardware, componenti elettronici e dispositivi digitali. Si tratta naturalmente del settore specchio della guerra tecnologica con il Gigante cinese, e che testimonia la forte dipendenza delle catene di fornitura americane di tecnologia asiatica, a fronte del ruolo sempre più significativo di economie come Vietnam, Malesia e Taiwan.
Conclusioni
La politica protezionistica di Trump, volta a ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri e a rilanciare la produzione interna, ha innescato un comportamento tipico delle aziende: anticipare gli acquisti per scongiurare rincari e garantire continuità di approvvigionamento. Tuttavia, se nel breve termine le aziende hanno cercato di sfruttare una finestra di opportunità per importare beni a costi più contenuti, nel lungo termine si registrerà una "normalizzazione" del fenomeno.
I c.d. "effetti scorta", tipici di periodi che precedono l'introduzione di nuove tariffe, sono inoltre lo specchio delle preoccupazioni riguardo agli effetti a cascata di queste misure sul sistema economico statunitense degli operatori economici. L’aumento dei prezzi per i beni importati potrebbe tradursi in un rincaro per i consumatori, incidendo sulla capacità di spesa delle famiglie e sulla competitività delle imprese. In secondo luogo, le relazioni commerciali internazionali potrebbero risentiranno di politiche protezionistiche, portando a possibili ritorsioni da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti.
Sarà fondamentale monitorare i dati nei prossimi mesi per comprendere l'impatto complessivo di queste misure sulla crescita economica degli Stati Uniti. Se da un lato l'amministrazione Trump punta a rafforzare l'industria nazionale, dall'altro resta da vedere se le aziende statunitensi riusciranno a compensare la riduzione delle importazioni con una produzione interna sufficiente a soddisfare la domanda. Il 2025 si preannuncia dunque come un anno cruciale per valutare la reale implementazione delle minacce della nuova amministrazione e le relative conseguenze di questo "ritorno al protezionismo".
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