Agroalimentare italiano: le performance territoriali

Il comparto Agroalimentare italiano ha chiuso l'annus horribilis dando prova di ottima resilienza. Spiccano i risultati positivi delle esportazioni di tabacco di Bologna e di pasta e conserve del Sud

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Il comparto Agroalimentare italiano ha chiuso l'annus horribilis dando prova di una buona resilienza nell’attuale congiuntura economica, non arretrando rispetto ai risultati dell'anno precedente.
Dopo i risultati particolarmente positivi segnati nel corso del 2019, le esportazioni di Food&Beverage italiano avevano aperto il 2020 all'insegna di una spiccata crescita, prossima alle due cifre, come evidenzia il grafico che segue. Il risultato ha permesso di compensare la flessione accusata nei mesi primaverili, alla quale è comunque seguita un'ampia ripresa, sostenuta dalla domanda internazionale.

Fonte: elaborazioni ExportPlanning

Le imprese italiane hanno infatti risposto alla sempre maggiore attenzione dei consumatori internazionali al consumo domestico e al soddisfacimento di bisogni essenziali, subendo d'altro canto la contrazione dei prodotti alimentari destinati ai canali Ho.re.ca.
A consuntivo 2020, i beni alimentari che hanno accusato le flessioni più significative sono infatti state quelle dell'industria delle bevande (alcoliche e non) e dell'industria della carne e del pesce, in linea con la congiuntura internazionale. Al contrario, fortemente sostenuta è stata la crescita che ha caratterizzato le esportazioni di Tabacco, e dei prodotti tipici del made in Italy, quali Pasta e prodotti da forno, Olio, Conserve, Frutta e Dolciumi e condimenti (si veda il grafico che segue).

Fonte: elaborazioni ExportPlanning

Ad aver fatto da driver al risultato complessivo nazionale sono stati diversi territori dell'area centro-meridionale della Penisola, insieme ai nuovi record segnati dalle esportazioni di Tabacco della provincia di Bologna, come mostrato dal grafico che segue.

Agroalimentare: i casi di best performance nel 2020
(variazione assoluta)

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Grazie ad un incremento di 220 milioni € delle esportazioni di Tabacco verso il mercato giapponese, e di oltre 90 milioni € verso i paesi europei di Polonia e Ucraina, la provincia di Bologna si è resa protagonista indiscussa della crescita del comparto Agroalimentare italiano nel 2020. Il risultato testimonia la sempre più ampia rilevanza dell’industria del tabacco nelle vendite estere del territorio, frutto di una recente localizzazione produttiva nella regione.

Maggiormente concentrate nell'area centro-meridionale del Belpaese, le variazioni positive per i prodotti agroalimentari più rappresentativi del made in Italy nel mondo. Dopo il tabacco, le esportazioni italiane di Pasta e prodotti da forno si sono caratterizzate per una crescita spiccata, per le quali i migliori risultati si sono registrati per la provincia di Parma (+43 milioni € verso il mercato francese) e, soprattutto, per i territori di Napoli, Avellino e Campobasso verso gli Stati Uniti. Risultati particolarmente interessanti si segnalano anche per le esportazioni di Dolciumi, condimenti e di Conserve delle province di Salerno e Foggia, dirette sia verso i mercati europei che verso quello americano. Di rilievo è infine il risultato segnato dalla provincia di Lucca per le esportazioni di Olio verso il mercato statunitense, a fronte di un incremento complessivo superiore ai 20 milioni €.

Nonostante la congiuntura al ribasso, non mancano inoltre i casi in controtendenza nei segmenti di Vini e bevande alcoliche: nella classifica dei casi di best performance si collocano gli incrementi segnati sui mercati di Germania e Stati Uniti dalle province piemontesi di Cuneo, Torino e Alessandria.

Conclusioni

Sostenuto dalla generale tenuta della domanda, il comparto Agroalimentare italiano ha quindi chiuso l'annus horribilis dando prova di ottima resilienza all’attuale congiuntura economica, in virtù di un potenziamento della presenza italiana all’estero riconducibile sia a settori di più tradizionale specializzazione del made in Italy che a comparti di più recente specializzazione, come quello dei prodotti in tabacco. Il rafforzamento dei consumi fra le mura domestiche, imposto dalla pandemia, sembra aver sostenuto la crescente domanda di made in Italy nel mondo, in particolar modo sui mercati europei e su quello americano. Inoltre, un inizio anno particolarmente dinamico ha permesso di mitigare le perdite accusate nella fase più acuta della pandemia, e concentrate soprattutto nei segmenti a maggiore assorbimento del canale Ho.re.ca. L'Agroalimentare italiano sembra quindi pronto per sperimentare una nuova stagione di crescita, con un recupero graduale dei settori in maggiore difficoltà.