Reattività del sistema produttivo italiano ai tempi del Covid

L'impatto della pandemia sul posizionamento competitivo internazionale delle province italiane

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Nel corso dei mesi appena trascorsi, il virus Sars-CoV-2 ha operato un profondo cambiamento degli equilibri preesistenti in numerosi campi, tra cui il commercio estero. Gli shock che hanno colpito sia la domanda che l’offerta si sono riflessi sulle variazioni delle quote di commercio mondiale detenute dalle diverse province italiane, con effetti anche fortemente asimmetrici per i diversi territori produttivi. Per arricchire ulteriormente il precedente articolo sul tema, si veda Reattività del sistema produttivo italiano alle restrizioni pandemiche, in questa occasione si vuole mettere in luce la correlazione che è emersa nel corso degli ultimi mesi tra l’impatto della pandemia, in termini di contagi registrati e decessi[1], sulle singole province italiane e la relativa variazione delle quote di commercio mondiale.

Il grafico che segue posiziona le principali province italiane per esportazione in relazione all'incidenza del contagio sul territorio (asse x) e la differenza di export effettivo e stimato registrato nel primo trimestre 2021[2]. La dimensione di ciascuna ball è proporzionale al valore di export 2019 della provincia.

Fonte: ExportPlanning-ExportPedia

Come mostra il grafico qui riportato, dal punto di vista dell’impatto della pandemia, ad eccezione di alcune province, vi è una netta distinzione tra i territori del Nord, che si collocano nell'area a destra del grafico, e quelli del Centro-Sud e Isole, che sono invece a sinistra. Difatti, com’è ben noto, sono soprattutto le aree del Nord ad aver registrato il maggior numero di contagi rispetto al resto del Paese. Nonostante ciò è chiaramente visibile come, per queste stesse aree, vi sia una relativa asimmetria in termini di performance sui mercati esteri. In particolare sono risultate le più resilienti le province di Bolzano, Modena, Verona, Monza-Brianza, Bologna, Vicenza, Cuneo, Torino, Brescia e Mantova grazie alla ripartenza del settore manifatturiero. Questi territori, pur a fronte di un elevato impatto pandemico, hanno infatti sperimentato una crescita della quota di commercio mondiale detenuta, presentando valori positivi in termini di differenza tra export effettivo e stimato. In particolare Bologna ha registrato un incremento della quota di mercato grazie all’aumento dell’export di tabacco, mentre Bolzano e Monza-Brianza grazie all’export chimico e metalmeccanico. Al contrario le province di Rimini, Belluno, Como, Varese, Padova, Udine, Treviso, Pavia, Trieste e soprattutto Milano non hanno registrato i medesimi successi. La provincia di Milano infatti, come risulta dalla precedente analisi, ha subito un forte decremento delle quote a causa di una riduzione dell’export nel settore metalmeccanico e sistema moda.

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A sinistra del grafico, troviamo quelle province in cui l’impatto pandemico è stato meno forte. Le tre che risaltano tra tutte sono Roma, Firenze e Arezzo. Le prime due hanno registrato una variazione positiva dell'export grazie soprattutto al settore chimico, in particolare quello farmaceutico. Mentre per Arezzo, la crescita diffusa sui mercati esteri è da ricondursi all’export di metalli preziosi, in particolare di oro da investimento. Di contro, le province che, nonostante non abbiano registrato un impatto pandemico notevole, hanno sperimentato una variazione negativa delle proprie quote di commercio sono:

  • quelle della Sicilia, a causa della performance dei settori della petrolchimica e della metalmeccanica;
  • la provincia di Potenza colpita dalla crisi della filiera dell’automotive;
  • quella di Grosseto per il comparto agroalimentare, con un calo drastico delle vendite estere di olio verso gli Stati Uniti.

La classificazione delle province in base all’impatto dei contagi però soffre di un limite importante. Il numero di contagi infatti dipende molto dalla capacità di un territorio di misurare e tracciare la diffusione del virus. Difatti, sembra assurda la presenza di Bergamo tra le province meno colpite dal Covid-19.

Per questo motivo, la medesima analisi è stata effettuata considerando per ciascuna provincia una proxy del numero di decessi per Covid-19 ogni 1000 abitanti registrato nei mesi pandemici. In particolare, si è calcolato l’aumento di decessi registrato dal territorio nei mesi pandemici rispetto alla media dei decessi nel medesimo periodo tra il 2015 e 2019. Una volta ottenuto il valore per ogni provincia, si è proceduto a normalizzarlo ogni 1000 abitanti.

Fonte: ExportPlanning-ExportPedia

In generale, la collocazione delle province del Nord e del Centro-Sud non subisce modifiche eclatanti, ma è importante evidenziare come la provincia di Bergamo ora è posizionata nella parte destra del grafico, segnalando il forte impatto del Covid-19, in termini di eccesso di mortalità, in tutta l’area. Piacenza risulta la più colpita tra tutte, ma con un discreto guadagno in termini di quote di commercio, soprattutto nell’export relativo alla chimica e al comparto metalmeccanico, mentre una delle meno colpite ma con un notevole guadagno è la provincia di Roma.

Conclusioni

Nonostante il forte impatto che la pandemia ha avuto su quasi tutto il territorio italiano, il sistema industriale ha dato prova di una forte resilienza che si è manifestata in modo più evidente in alcune province dell’area settentrionale. Tuttavia la dispersione dei dati raccolti risulta estremamente elevata. Difatti, a parità di impatto pandemico, aree come Bergamo, Brescia, Monza-Brianza sembrano aver agganciato la ripartenza della domanda mondiale e guadagnato quote di mercato, a differenza di Milano. Allo stesso modo, per le province dell’area Centro-Sud, dove l’impatto è stato relativamente contenuto, una variazione positiva dell’export si lega a un generale aumento della domanda mondiale per i principali settori di esportazione, di contro una variazione negativa dell’export è da associare ad una generale crisi settoriale più che ad una crisi strettamente pandemica. Queste performance relativamente differenziate sembrano quindi dipendere strettamente dalla specializzazione produttiva dei diversi distretti e dalla relativa capacità di far fronte al "new normal" del contesto post-pandemico.


[1] I dati sui decessi con dettaglio provinciale vengono resi disponibili dall’Istat. L’aumento di decessi per Covid-19 è stato calcolato come differenza tra i decessi registrati nei mesi pandemici e i decessi registrati in media tra il 2015 e 2019 nello stesso periodo. Una volta ottenuto il valore per ogni provincia, si è proceduto a normalizzarlo ogni 1000 abitanti.
[2] Il valore stimato delle esportazioni è per ipotesi calcolato a parità di quote del primo trimestre 2019. Se la differenza tra export effettivo e stimato è positiva, le imprese del territorio hanno mediamente guadagnato quote di commercio, viceversa in caso di differenza negativa.
[3] Milano infatti come risulta dall’analisi precedente è una delle province che ha registrato una differenza negativa molto forte tra le quote di mercato effettive e stimate del 2021.