Varietà di prodotto: la chiave per la ripartenza del sistema moda-persona
Come valutare l'appetito dei consumatori per la varietà? Il caso delle cinture di pelle made in Italy
Pubblicato da Gloria Zambelli. .
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Come è ormai noto, il commercio mondiale di Prodotti Finiti per la Persona (E2) è stato sicuramente uno dei più penalizzati dallo scoppio della pandemia. Fornire una valutazione sulla possibile evoluzione della ripresa post-pandemica del settore può rappresentare un’informazione di particolare rilevanza. In un precedente articolo, abbiamo constatato come la domanda di beni differenziati abbia giocato un ruolo predominante per lo sviluppo del settore nel periodo pre-pandemico, ipotizzando che proprio la tendenza alla differenziazione emersa nell’ultimo decennio potrà rappresentare il volano della ripresa post-pandemica della filiera moda.
Commercio intraindustriale: spicca la rilevanza dell'Eurozona
A differenza di altre tipologie di beni, i prodotti differenziati possiedono particolarità individuali tali per cui, pur avendo caratteristiche simili ad altri beni, non sono considerati sostituti perfetti dai consumatori. La presenza di differenziazione all’interno di un mercato spiega non soltanto perché paesi pressoché identici per fattori produttivi e risorse trovino conveniente scambiare merci e servizi, ma anche perché un paese possa essere al contempo sia importatore che esportatore di un medesimo prodotto. In quest’ultimo caso, infatti, la convenienza dello scambio deriva dalla possibilità di avere una maggiore varietà del medesimo bene. Questa tipologia di commercio è definita “intra-industry trade”, perché considera l’ammontare di import e export all’interno dello stesso settore.
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Grazie ai dati sul commercio estero del sistema informativo ExportPlanning, è possibile identificare i paesi che, nel settore dei beni finiti per la persona, presentano un maggior grado di apertura al commercio intra-industriale. Nella tabella che segue, è riportata la graduatoria dei primi 12 mercati in termini di interscambio, calcolato come la somma di import ed export. Nell’ultima colonna, invece, è riportato l’indice proposto da Grubel-Lloyd per la misurazione della quota di commercio intra-industriale1 .
Commercio intra-industriale nel settore Moda-Persona (Principali Paesi)
Anno 2019
Fonte: elaborazioni ExportPlanning.
Dalla tabella emerge chiaramente la maggiore vocazione dei paesi dell’Eurozona al commercio intra-industriale nel settore moda, con percentuali maggiori del 75%. Spicca il caso dell’Italia che, se da una parte, mostra un indice intra-industriale inferiore agli altri partner dell’Unione, dall’altro evidenzia come l’export di prodotti finiti per la persona “quality” sia nettamente superiore alle importazioni, grazie al riconoscimento che il marchio Made in Italy ha nel mondo.
Un caso di studio: le cinture di pelle
Alla luce di questa breve introduzione può essere utile soffermarci sull'appetito per la varietà nel Belpaese considerando uno dei prodotti simbolo della moda italiana: le cinture di pelle (UL420330). Negli ultimi anni le esportazione di questo prodotto hanno sperimentato una fiorente crescita, raggiungendo nel 2019 un valore di circa 900 milioni di euro, a fronte dei 115 milioni di euro importati.
In linea con l’andamento del settore, la diffusione della pandemia ha frenato la crescita sia dell’export che dell’import del prodotto, registrando delle perdite a doppia cifra nel 2020 (rispettivamente, -39.5% per le esportazioni e -17.5% per le importazioni).
Dinamica del commercio italiano di cinture di pelle (1995-2020)
Fonte: elaborazioni ExportPlanning.
Appare evidente che, in questo caso, il commercio intra-industriale del prodotto sia molto basso (indice di Grubel-Lloyd pari al 23%), evidenziando una maggiore propensione dei consumatori italiani ai prodotti locali. Un ulteriore prova di questo risultato la si ha osservando i dati sul commercio relativi alle differenti fasce di prezzo.
Commercio italiano di cinture di pelle, per fasce di prezzo
Anno 2019
Fonte: elaborazioni ExportPlanning.
Secondo le elaborazioni per fasce di prezzo disponibili su ExportPlanning (accedi al Datamart Ulisse), nel 2019 l’Italia ha esportato prevalentemente cinture di pelle di fascia alta (87.5%), segmento in cui il Belpaese è leader mondiale, riuscendo nella sfida di focalizzarsi su segmenti di mercato particolarmente premianti. Al contempo, le importazioni italiane del medesimo prodotto sembrano essere state leggermente più eterogenee, con uno spiccato interesse per prodotti di fascia alta (67%) e medio-alta (12.7%). In questo caso, dunque, il gusto dei consumatori sembra premiare la qualità elevata dei prodotti ricercando, sempre all'interno del segmento premium price, una maggiore varietà di scelta dai produttori esteri.
Conclusione
L'analisi qui esposta mette in luce la crescente rilevanza che la varietà di prodotto avrà sul commercio internazionale, soprattutto nei paesi dell'Eurozona. Risulta inoltre interessante evidenziare che nei segmenti premium price, come nel caso delle cinture di pelle, le varie imprese dell’industria possano trovare la propria strada verso il recupero post pandemico anche sul mercato interno, lasciando finalmente alle spalle le flessioni sperimentate durante la più acuta fase di emergenza sanitaria.
1. L’indice di Grubel-Lloyd è calcolato come la differenza tra l'interscambio e il valore assoluto del saldo commerciale di un determinato prodotto o settore, in rapporto al suo interscambio.