Il Premio Export Italia svela una Sardegna nascosta
Nella foresta bruciata dell’industria sarda stanno crescendo nuovi alberi
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
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Se si analizzano le esportazioni della Sardegna a livello macro, il quadro è sconfortante. La Sardegna è solo 16-esima tra le venti regioni italiane. Inoltre, assieme a Sicilia e Valle d’Aosta, appartiene all’esiguo gruppo di regioni che non hanno ancora recuperato i livelli di esportazione del 2008, precedenti alla Grande Recessione. Il quadro diventa ancora più drammatico se si analizza la realtà sarda scomponendola per settori.
Esportazioni della Sardegna: dalla Grande Recessione ad oggi
L'area della tree map è proporzionale alle esportazioni del settore negli ultimi 4 trimestri
Fonte: ExportPlanning - tool Exportpedia
Oltre l’80% delle esportazioni della Sardegna sono rappresentate da prodotti petroliferi del polo petrolchimico di Sarroch, sulla costa a sud-ovest di Cagliari. Se si escludono queste esportazioni, le esportazioni sarde si riducono a poco più di un miliardo di euro, relegando la Sardegna in fondo alla graduatoria delle regioni per livello di esportazione, assieme a Molise e Valle d’Aosta.
La mappa mette in risalto un altro fatto importante: se l’industria metalmeccanica sarda non ha raggiunto ancora i livelli di esportazione del 2008, l’industria agroalimentare dell’isola si è ormai lasciata alle spalle gli effetti della Grande Recessione,
con esportazioni che negli ultimi 4 trimestri si sono avvicinate ai 400 milioni di euro, più che raddoppiando i valori del 2008.
Questo risultato è frutto anche di una forte resilienza del settore alla crisi pandemica degli ultimi due anni. Nel grafico che segue è riportato un indicatore che compara le esportazioni sarde con quelle dei suoi concorrenti italiani ed esteri.
Indice di competitività delle esportazioni agroalimentari della Sardegna
Una crescita (calo) dell'indicatore segnala che le esportazioni della Sardegna hanno ottenuto risultati migliori (peggiori) rispetto a quelli dei diretti concorrenti, qualunque siano state le condizioni presenti sull’arena competitiva internazionale.
Nel corso degli ultimi 3 anni questo indicatore è raddoppiato, segnalando come le esportazioni
di prodotti agroalimentari della Sardegna siano aumentate ad un ritmo di crescita doppio rispetto a quello dei
diretti concorrenti, italiani ed esteri.
Il Premio Export Italia dà conto della vitalità dell'industria agroalimentare...
Tra le 20 finaliste del Premio Export Italia relativo alla Sardegna, ben 10 sono imprese agroalimentari. Leggendo la storia e le caratteristiche di queste Piccole e Medie Imprese emerge una realtà industriale e artigianale fortemente determinata a mantenere nella qualità ed eccellenza del proprio prodotto il baricentro della propria competitività. Queste imprese sono, tuttavia, attente ad affiancare alle strategie più consolidate di partecipazione alle fiere internazionali, nuove strategie di marketing, quali il digital export. Quasi tutte, infatti, dichiarano di partecipare abitualmente a più fiere internazionali e svolgono attività sui principali social, hanno propri siti di e-commerce o usano marketplace per promuovere in rete i propri prodotti.
Il grafico che segue riassume le carateristiche delle finaliste agroalimentari e riporta la loro numerosità rispetto ai diversi aspetti organizzativi, di strategie competitive e di marketing.
Sintesi delle schede relative alle imprese finaliste agroalimentari
Pur considerando la limitata numerosità del campione, i dati riportati segnalano alcuni fatti interessanti.
Tra quelli positivi, è utile segnalare l'ampio utilizzo di strumenti di marketing: tutte le imprese gestiscono un marchio, partecipano a più fiere internazionali, sviluppano una comunicazione centrata sulla qualità del prodotto e la sua origine sarda; quasi tutte
sono attive sui principali social, in modo particolare Instagram e Facebook.
L'uso elevato degli strumenti di marketing si accompagna però ad una incerta strategia di internazionalizzazione, segnalata dalla generale diversificazione con un numero molto elevato di mercati esteri serviti. Questa numerosità impedisce, oggettivamente, progetti di sviluppo di specifiche conoscenze di un dato mercato, di comunicazione mirata e di offerta ottimizzata alle caratteristiche e preferenze dei suoi consumatori. Solo alcune imprese e solo in alcune fasi hanno avviato progetti mirati ad uno specifico mercato. Quasi sempre, inoltre, il successo del progetto le ha portate non a replicare altri progetti mirati, ma a modificare la propria strategia verso una maggior diversificazione. Il risultato è una quota di produzione esportata che
non supera mai il 40% e nella maggior parte dei casi si ferma al di sotto del 20%.
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...e svela una Sardegna sconosciuta
Se nel settore agroalimentare le imprese finaliste del Premio Export Italia confermano la vitalità della Sardegna segnalata dai dati macro, negli altri settori emerge una casistica che i dati aggregati ancora non colgono. Le dieci imprese finaliste non agroalimentari si dividono tra:
- 3 imprese metalmeccaniche che hanno saputo resistere agli affetti della Grande Recessione e stanno percorrendo un sentiero di rilancio;
- 2 imprese di arredo che stanno basando la loro competitività internazionale su fattori tipici dell'artigianato sardo;
- 2 imprese di servizi, frutto di competenze e abilità uniche delle maestranze;
- 3 imprese di high tech, frutto del coraggio di giovani imprenditori e della disseminazione delle conoscenze prodotte nelle università, in grado di esportare fino al 95% delle proprie soluzioni.
La loro numerosità è limitata, ma sono il segnale che la propensione della Sardegna verso i mercati esteri non è limitata ai prodotti agroalimentari delle piccole e medie imprese e ai prodotti petroliferi del grande impianto di Sarroch. Nella foresta bruciata dalle tante crisi attraversate dall'industria sarda, nuovi alberi stanno crescendo. Va dato merito al Premio Export Italia di aver portato alla ribalta questa realtà.