Il vantaggio competitivo della sostenibilità

Quando un'impresa decide di esportare il proprio prodotto, l'individuazione del mercato ottimale deve tenere in considerazione diversi fattori relativi alle numerose geografie mondiali.
Uno degli aspetti più rilevanti è sicuramente la misurazione, attraverso un indicatore sintetico, delle caratteristiche di domanda e delle preferenze di consumo di ciascun mercato.
All'interno di questo macro ambito, una componente che sta diventando sempre più rilevante è il tema della sostenibilità. Negli ultimi anni, infatti, l’attenzione dei policy-maker e dei consumatori internazionali alla sostenibilità è aumentata notevolmente, spingendo gran parte dei paesi, soprattutto quelli sviluppati, a redigere rigide agende per un futuro all'insegna di uno Sviluppo Sostenibile.

Il livello di Sviluppo Sostenibile raggiunto da un determinato paese rispetto agli obiettivi posti risulta essere una buona misura dell'attenzione che i consumatori locali rivolgono a questo tema, e, di conseguenza, quanto sia premiante per un’impresa "green" entrare in quel mercato.
Il Sustainable Development Goals Index pubblicato annualmente in un report dedicato, e basato sul lavoro di Sachs, Lafortune, Kroll, Fuller e Woelm (Cambridge)^[1], permette di valutare tutti i paesi ONU rispetto al raggiungimento degli Obiettivi condivisi nell’ambito dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
I goal ricoprono una vasta gamma di aree: lotta alla fame e povertà, istruzione di qualità, parità di genere e riduzione delle diseguaglianze, qualità della vita, lotta al cambiamento climatico e al consumo sotenibili e molti altri indicatori che, presi congiuntamente, formano l'indice di Sviluppo Sostenibile. L'indicatore assume valori in un intervallo 0-100, dove 100 è il massimo grado di sostenibilità.

La mappa riportata di seguito mostra l’indice complessivo per i 152 paesi presenti all'interno del Sistema Informativo ExportPlanning.

Fig. 1 – SDG Index Score mondiale

Appare evidente come i paesi con il punteggio più alto risultano essere i paesi del Vecchio Continente, in particolare quelli del Nord-Europa (Finlandia, Danimarca, Svezia e Norvegia), seguiti da Austria, Germania e Francia.
L’Italia è tuttavia un po’ in ritardo rispetto agli altri player europei, piazzandosi al venticinquesimo posto.
Come da aspettativa, le nazioni elencate rappresentano economie fortemente sviluppate, le quali pongono maggiore attenzione alle tematiche di sostenibilità rispetto ai paesi in via di sviluppo ed emergenti, che nella maggioranza dei casi sembrano caratterizzarsi per una sensibilità relativamente minore al tema.

Per esaminare meglio la composizione di questo indice abbiamo confrontato i primi due paesi in graduatoria.

Fig. 2 – Confronto Svezia-Danimarca

Per le prime economie del ranking, la performance per subarea appare molto simile, con valori alti per gli indicatori sociali (lotta alle disuguaglianze e alla povertà), tecnologici (investimenti in innovazione, infrastrutture ed energia pulita) e, in generale, la qualità della vita. Risultano invece ancora deficitari nella qualità delle acque (OCEAN), nella lotta contro il cambiamento climatico (CLIM) e nel consumo e nella produzione responsabili (RESP), tematiche molto attuali e sulle quali tutti i paesi del mondo, anche i più virtuosi, hanno ancora notevoli passi in avanti da fare.

Come accennato in precedenza, l’Italia ancora non ha raggiunto livello di sostenibilità paragonabili ai principali paesi europei, segnando valori discreti per la maggior parte degli indicatori (si veda la figura 3). Si segnalano tuttavia alcune eccellenze in: sconfiggere la povertà, salute e benessere e istruzione di qualità.

Fig. 3 – Score Italia

Conclusioni

La sostenibilità è una tematica sempre più importante per molti consumatori, che nei loro acquisti pongono sempre più attenzione a questo aspetto. Per un’impresa sostenibile che vuole iniziare il suo processo di internazionalizzazione è fondamentale, quindi, identificare i mercati maggiormente sensibili a questo aspetto, al fine di poter avere un vantaggio competitivo sui principali concorrenti. Questa tendenza è inoltre destinata a consolidarsi ulteriormente nei prossimi anni, che saranno caratterizzati dalla transizione green.