Algeria: non solo gas naturale

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L’Algeria è recentemente salita al centro delle testate per il ruolo chiave ricoperto sul fronte del gas naturale – commodity per la quale rappresenta, ad oggi, il maggior fornitore per l’Italia, andando a sostituire il ruolo ricoperto dalla Russia prima dell’invasione dell’Ucraina.
Guardando indietro di qualche anno, tra l’Italia e l’Algeria emerge in realtà un partenariato bilaterale di lunga data, che spazia in molteplici settori. Andiamo allora ad approfondire il caso del mercato algerino, che presenta, secondo gli esperti, un potenziale di crescita tanto sul fronte delle relazioni commerciali che delle prospettive di investimento.

Una porta per l’Africa

Per l’Italia, la vicina Algeria si classifica come primo partner africano in termini di interscambio commerciale. La vicinanza geografica e la presenza sul Mediterraneo possono inoltre rappresentare un’interessante porta d’accesso verso la più ampia platea di mercati africani in crescita.
Secondo le stime ExportPlanning, nel 2022 l’Italia è risultata primo paese importatore per l’Algeria e quarto paese fornitore, alle spalle di Cina, Russia e Francia.

L’interscambio Italia-Algeria è cresciuto notevolmente nell’ultimo anno, passando dai 7.5 miliardi di euro del 2021 ai 14 miliardi stimati per il 2022, soprattutto grazie alla domanda italiana di gas ed ai relativi accordi volti a incrementare le forniture. Si stima che l’export italiano verso l’Algeria abbia sfiorato i 2 miliardi di euro nel 2022, a fronte di 12 miliardi di euro di import; tra questi, l’import di gas naturale è risultato prossimo ai 10 miliardi, raddoppiando rispetto all’anno precedente.

L’attuale ruolo chiave del paese nord-africano nella fornitura energetica si lega alla sua specializzazione produttiva. L’export del paese si concentra infatti sul comparto energy, in particolare gas naturale e petrolio greggio, nonchè ulteriori prodotti petroliferi e derivati del carbone, come benzine, olii di petrolio, propano e butani liquefatti. Ancora molto limitate, invece, le esportazioni del comparto manifatturiero, per il quale la produzione locale risulta carente.

Nell’attuale momento storico, il comparto energetico sta quindi tenendo le redini dell’economia algerina, supportato dalla risalita post-pandemica dei prezzi di petrolio e gas naturale. Sta però emergendo con crescente chiarezza agli occhi delle autorità locali la necessità di una diversificazione, per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi che presentano, allo stato attuale, un peso del 30% sul PIL del paese e di oltre il 90% sulle sue esportazioni.
Va verso questa direzione la nuova linea politica recentemente inaugurata. Come segnalato anche dalla World Bank, costruire un’economia diversificata che possa sostenere le prospettive occupazionali delle nuove generazioni rappresenta uno step fondamentale non soltanto per l’Algeria, ma in generale per il cluster degli oil-exporting countries dell’area MENA.

Dal punto di vista degli investitori esteri, l’avvio di un percorso di diversificazione si traduce in nuove opportunità in diversi settori, e apre spazi di collaborazione anche per le nostre piccole medie imprese: secondo il MAECI, i settori interessati e da tenere sotto osservazione spaziano dall’energia rinnovabile al farmaceutico, ma anche l’efficienza energetica, la meccanica, il settore agro-industriale, il turismo e le start-up.
Si segnala inoltre l’adozione, a luglio 2022, del nuovo codice degli investimenti, che punta ad attirare gli investimenti esteri a fini produttivi e semplificare le procedure burocratiche. Infatti, come si nota dai dati UNCTAD, gli investimenti diretti esteri in entrata in Algeria hanno mostrato un trend di calo negli ultimi anni, non riuscendo più a raggiungere il picco del primo decennio degli anni 2000.



Focus export Italia

In una fase di diversificazione, l’obiettivo delle autorità algerine sembra quindi quello di supportare lo sviluppo dell’economia del paese alimentando un processo di industrializzazione e crescita infrastrutturale.
Sul fronte del commercio estero, ciò si traduce, ad esempio, nella domanda di macchinari e impianti, che rappresentano, ad oggi, una delle voci principali dell’export italiano in Algeria (7.6% nel 2022), nonchè la relativa componentistica meccanica ed ottica (11%). Si segnala anche la significativa quota (12%) ricoperta dai beni intermedi chimici sul totale del nostro export; in questo cluster, si distingue soprattutto il comparto dei beni intermedi chimici in plastica (lastre, fogli, tubi, profilati), che va ad alimentare un’industria locale attiva nel settore.
Si lega invece al piano di sviluppo sul fronte delle infrastrutture la possibilità per l’export di macchinari e materiali per il settore delle costruzioni, ma anche l’interesse dell’Algeria a partnership con imprese straniere. Se i numerosi progetti del paese saranno portati a termine, il Sud del Mediterraneo sembra quindi un’area da tenere d’occhio negli anni a venire.