Italia-Africa: stato delle relazioni commerciali e Piano Mattei

Evoluzione dell'interscambio italiano e potenzialità di un continente da esplorare, sia in chiave import che export

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Made in Italy Italia Africa Export Italia

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L’Italia ha inaugurato il suo anno di presidenza del G7 con un evento dalla grande portata simbolica: il vertice Italia-Africa, tenutosi a Roma a gennaio. Durante la conferenza la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato il Piano strategico Italia-Africa: Piano Mattei1, che mira a stabilire una alleanza strategica con i paesi africani attraverso progetti di sviluppo socio-economico e industriale.
Secondo quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Piano individua come ambiti di intervento prioritari la “cooperazione allo sviluppo e promozione delle esportazioni e degli investimenti”, concentrando l’azione su energia, istruzione ed agricoltura.
Facciamo quindi un breve excursus sullo stato delle relazioni commerciali tra il nostro paese e il continente africano e delle interdipendenze attualmente in essere.

Nel 2023 l’interscambio commerciale dell'Italia con l'Africa è ammontato a 57.6 miliardi €, di cui ben 38 miliardi di importazioni e 19.6 miliardi di export.
Soprattutto a seguito del conflitto russo-ucraino è infatti cresciuto il ruolo del continente africano quale fornitore del Belpaese, in particolare sul fronte delle commodity energetiche.
I grafici che seguono riportano la dinamica delle importazioni ed esportazioni italiane da e verso l’Africa nel corso degli ultimi dieci anni: a fronte di un andamento relativamente più stabile dell’export, tra il 2021 e il 2023 si è registrata una crescita delle importazioni del +59% nei valori in euro, che si traduce in un aumento del +19% a prezzi costanti2.

Importazioni ed esportazioni dell’Italia da e verso l’Africa

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Fonte: ExportPlanning

Struttura delle importazioni italiane dall’Africa

Il ruolo del continente africano come partner dell'Italia si concentra soprattutto sulla fornitura di materie prime, che rappresentano oltre l’80% dei flussi del continente africano dirette nel nostro paese.
Come anticipato, la segmentazione delle importazioni italiane dall’Africa per tipologia di prodotto permette di evidenziare come ad aver avuto grande rilievo nella crescita più recente siano stati gli acquisti di Materie prime energetiche (A1.11), e in particolare di gas naturale, che, ad oggi, costituiscono circa il 66% delle importazioni complessive italiane dall’Africa.
Il dato risulta relativamente più elevato della media europea complessiva, dove tale quota è pari al 50%.
Nel corso del biennio più recente è infatti cresciuto il ruolo di paesi fornitori come l’Algeria, oggi primo partner commerciale di gas per il Belpaese, che, insieme ad altre geografie, come l’Azerbaigian, ha permesso di sostituire le importazioni dalla Russia.

Importazioni dell’Italia dall’Africa per settore

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Fonte: ExportPlanning

Oltre alle commodity energetiche, il secondo grande comparto per rilevanza delle nostre importazioni dall'Africa è rappresentato dalle Materie prime industriali, dove spiccano le importazioni di metalli preziosi (A2.16), soprattutto argento e oro, oltre che di alluminio (A2.13) e di rame greggio (A2.12). In questi casi si fa più significativo il ruolo delle economie a sud del Sahara, come Congo, Mozambico e Ghana, sedi di importanti attività estrattive.

Le rimanenti industrie appaiono meno rilevanti; tuttavia, focalizzando l'attenzione sui beni intermedi, appaiono significative le importazioni italiane della filiera Tessile-Abbigliamento e di Elettrotecnica ed Elettronica (cavi, conduttori elettrici e parti di circuiti), oltre che di urea, dalle economie del Nord-Africa.

Proprio a fronte della rilevanza che ricoprono, ad oggi, le importazioni di prodotti energetici dall'Africa, nella graduatoria delle province italiane che importano maggiormente dal continente africano troviamo territori, quali Cagliari e Siracusa, altamente specializzati nella lavorazione e trasformazione di commodity energetiche, a cui seguono le province di Savona, Roma e Pavia.

Principali province italiane importatrici dall'Africa negli ultimi 4 trimestri

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Fonte: ExportPlanning

Nelle singole filiere, inoltre, si segnalano i seguenti primati territoriali:
  • Milano e Napoli ai primi due posti nelle importazioni dall'Africa di Agroalimentare;
  • Vicenza e Treviso ai primi due posti nelle importazioni dall'Africa di prodotti del Sistema Moda;
  • Torino al primo posto nelle importazioni dall'Africa di prodotti del Sistema Casa;
  • Roma al primo posto nelle importazioni dall'Africa di prodotti della Metalmeccanica.

Conclusioni

Il Piano Mattei prende, quindi, il via in un quadro di relazioni commerciali Italia-Africa che appaiono ancora fortemente focalizzate sulle fonti di approvvigionamento energetico, anche in virtù del processo di diversificazione delle forniture internazionali che la crisi russo-ucraina ha imposto.

Tuttavia, l'interesse italiano verso un mercato così ampio e complesso può e deve essere ben più articolato, per le potenziali opportunità offerte, e ancora poco esplorate, da un'area del mondo dall'età media molto giovane e in forte crescita demografica. Basti pensare che, secondo le stime delle Nazioni Unite, nel 2050 la popolazione subsahariana raggiungerà i 2.1 miliardi di persone, con un’età media di 20 anni.

Sebbene il continente africano rimanga indubbiamente una terra dalle molte sfide e complessità, è opportuno non mettere in ombra le crescenti potenzialità di sviluppo che una giovane e vasta area economica può offrire.


1. La denominazione "Piano Mattei" è stata scelta dal governo italiano per sintetizzare un piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati Africani, richiamando il nome dell’ex presidente Eni, di cui si vuole emulare l’approccio democratico e non di mero sfruttamento del territorio africano.

Il Piano Mattei prevede sei settori di intervento principali:

  • Istruzione e formazione: sviluppo di centri universitari di eccellenza (in Marocco e Kenya, tra gli altri);
  • Salute: progetti di salute e assistenza sanitaria in vari Paesi africani;
  • Agricoltura: produzione di biocarburanti in Kenya e altri progetti agricoli;
  • Acqua: progetti per migliorare l'accesso all'acqua potabile in Africa;
  • Energia: sviluppo di infrastrutture energetiche per l'approvvigionamento di energia fra Africa e UE;
  • Infrastrutture: progetti di costruzione di strade, ponti e altre infrastrutture in vari Paesi africani.

La dotazione iniziale del Piano è di 5.5 miliardi di euro, di cui circa 3 miliardi provenienti dal Fondo italiano per il clima e 2.5 miliardi dalla Cooperazione allo sviluppo.

2. I valori a prezzi costanti permettono di depurare il dato dagli effetti inflattivi e valutari, restituendo una lettura della dinamica del flusso in quantità.